101. Due tipi di apprendimento

Veloci: quanto fa otto al quadrato?

Immagino che lo sappiate, e la ragione per la quale lo sapete è che qualcuno ve lo ha ripetuto mille volte finché non lo avete imparato.

La stessa cosa è valida per molti piccoli pezzi di informazioni e abilità che fanno parte di noi. Non abbiamo imparato queste cose perché credevamo ci servissero in quel momento e non le abbiamo imparate perché avrebbero cambiato le nostre vite: le abbiamo imparate perché ci veniva richiesto.

Ecco una seconda domanda:

È una situazione di “third down and four” (termine usato nel football americano, ulteriori informazioni qui). Ci sono cinque uomini in difesa che ti stanno correndo incontro e hai circa un secondo per tirare la palla. Cosa fai?

Non c’è alcun modo di imparare la risposta in classe.

Naturalmente questo genere di apprendimento ricopre altre cose, oltre al football. Devi parlare in pubblico. Di cosa dovresti parlare? Devi occuparti di un problema di natura etica che coinvolge il tuo capo. Come dovresti comportarti?

L’istinto del sistema industriale è di forzare gli ultimi gradini della società ad assecondare. È il metodo più diretto e apparentemente più efficiente per far sì che il lavoro venga svolto: esercitare il potere. A dire il vero, non è per niente efficiente. Il vero apprendimento avviene quando lo studente vuole (insiste!) nell’imparare una abilità per realizzare un obiettivo.

Noi abbiamo inavvertitamente  cresciuto generazioni che conoscono una marea di quiz televisivi, che sanno giocare ai videogame e sono in grado di creare delle relazioni sociali con persone di tutto il mondo. La sfida per gli educatori è quella di attirare quella passione e indirizzarla verso altre cose, molte delle quali saranno sicuramente più utili e produttive.