39. Dove sono finiti i buoni posti di lavoro?

Suggerimento: i vecchi posti di lavoro, quelli che immaginiamo quando pensiamo agli uffici di collocamento e alla pensione – quelli per cui la scuola ci ha preparato – non esistono più.

Nel 1960, i dieci maggiori datori di lavoro negli Stati Uniti erano: GM, AT&T, Ford, GE, U.S. Steel, Sears, A&P, Esso, Bethlehem Steel, e IT&T. Otto di questi (non molto Sears e A&P) offrivano una paga abbastanza buona e una carriera a lungo termine a tutte quelle persone che lavoravano duramente e che avevano fatto effettivamente qualcosa. Era facile vedere come le promesse di un contratto di avanzamento di carriera e sociale potevano essere mantenute, in modo particolare per i “buoni studenti” che avevano dimostrato abilità e la volontà di essere parte del sistema.

Oggi, i dieci maggiori datori di lavoro sono: Walmart, Kelly Services, IBM, UPS, McDonald’s, Yum (Taco Bell, KFC, etc.), Target, Kroger, HP, e The Home Depot. Di questi, solo due (due!) offrono un percorso simile a quello che, cinquant’anni fa, offriva la stragrande maggioranza delle aziende più grandi.

Creatori di panini e hamburger, unitevi.

Ecco l’alternativa: cosa succede quando ci sono cinquanta aziende come la Apple? Cosa succede quando c’è un’esplosione nel numero di nuove tecnologie, nuovi meccanismi di connessione, nuove metodologie mediche? I futuri buoni posti di lavoro non saranno quelli nelle catene di montaggio di aziende enormi. Questi posti di lavoro richiedono tutti che ognuno si tracci il proprio percorso e la forza di volontà per farlo, sia che le persone lavorino per qualcun altro oppure no.

I lavori del futuro possono essere divisi in due categorie: gli assemblatori oppressi di beni di massa a basso costo, e i creatori rispettati di qualcosa di inaspettato.

La differenza sempre più evidente tra quelli che stanno cadendo in basso e coloro che lavorano per arrivare in alto è destinata ad essere più marcata.

Virtualmente ogni azienda che non è costretta ad essere locale sta cambiando il suo operato in modo da non dover essere, appunto, locale. Questo significa che il call center e il centro di imballaggio e il centro dati e la catena di montaggio si stanno velocemente muovendo in posti dove ci sono dei lavoratori meno costosi. E più lavoratori compiacenti.

Potreste essere voi, o i vostri figli, o gli studenti nella vostra città?

L’altra strada – la strada verso l’alto – è per quelli che hanno capito come essere dei pilastri (in inglese, Seth Godin usa il termine “linchpin”, che significa pilastro, fulcro, cardine) e degli artisti.

Persone che sono assunte perché valgono, perché hanno intuizioni fondamentali, perché sono creative e innovative tanto da essere considerate rare. Scarse competenze insieme ad un’attitudine ancora più scarsa portano praticamente sempre a livelli bassi di disoccupazione e alti salari.

Un artista è qualcuno che porta sempre nuove idee e stimoli al suo lavoro, è qualcuno che fa un lavoro che cambia una cosa in modo da renderla migliore. Un artista inventa un nuovo tipo di polizza assicurativa, diagnostica una malattia che qualcuno avrebbe potuto non vedere, o ipotizza un futuro che non è ancora arrivato.

Un pilastro è un lavoratore di cui non possiamo fare a meno, quello che ci mancherebbe nel caso sparisse. Il pilastro porta abbastanza serietà, energia e voglia di procedere, tanto da poter realizzare qualsiasi cosa.

Tristemente, la maggior parte degli artisti e dei pilastri impara abilità e attitudini non grazie alla scuola, anche se l’ha frequentata.

Il futuro della nostra economia giace negli impazienti. I pilastri e gli artisti e gli scienziati che si rifiuteranno di aspettare di essere assunti e prenderanno in mano la situazione, costruendo loro stessi ciò che valgono, producendo risultati che gli altri pagherebbero volentieri. Lo faranno sia da soli sia se qualcuno li assumerà dandogli modo di fare le loro cose.

L’unico modo per uscire da questa crisi è quello di essere guidati da coloro che sono capaci di sognare.