38. Organizzazione scientifica –> insegnamento scientifico

Non è mai esistito un unico modo, un metodo perfetto, un approccio passo dopo passo adatto a definire la produttività.

Nell’era industriale, l’organizzazione scientifica è una cosa ovvia se ci pensate: misurare quanto tempo ci si mette per fare una cosa, cambiare il modo di farla, capire se è possibile farla più velocemente e meglio. E poi ripetere dall’inizio.

Frederick Taylor aveva ragione – potevamo aumentare di molto la produttività industriale misurando e organizzando la catena di montaggio. Il suo metodo divenne lo standard seguito da ogni catena di montaggio che voleva diventare più produttiva (e quindi competitiva).

Usa la tua mano sinistra, non quella destra, per raccogliere questa cosa. Accendi la luce. Abbassa l’altezza del bancone. Processa esattamente sei unità al minuto.

L’organizzazione scientifica ha cambiato il mondo. E non c’è alcun dubbio che abbia aumentato la produttività.

L’ascesa dell’organizzazione scientifica aumentò ancora di più la richiesta di operai obbedienti e compiacenti, persone con abbastanza competenze e autocontrollo da fare esattamente quello che gli veniva detto.

Quindi non ci deve sorprendere che le scuole venissero usate per preparare i futuri dipendenti proprio in questo: competenze e autocontrollo. Naturalmente non si può parlare di vero autocontrollo; è un controllo esterno, ossia la buona volontà (o tolleranza) di accettare istruzioni da altri e diventare compiacenti.

Da lì, da quella voglia di preparare lavoratori compiacenti, ci vuole solo un piccolo passo per arrivare all’insegnamento scientifico.

L’insegnamento scientifico usa precisamente le stesse tecniche dell’organizzazione scientifica del lavoro. Misurare (con le verifiche) ogni persona. Spesso. Capire quali input sono più adatti a generare risultati verificabili. Se un risultato non è facilmente verificabile, meglio ignorarlo.

Sarebbe un errore dire che l’educazione scientifica non funziona. Funziona, invece. Crea ciò che possiamo verificare.

Sfortunatamente, le cose di cui abbiamo un estremo bisogno (e quelle che ci rendono felici) non sono facilmente verificabili.