45. Non dovrebbero essere i genitori a motivare?

Certo che dovrebbero. Dovrebbero avere la libertà di non dover fare un doppio lavoro, dovrebbero essere al corrente dei cambiamenti nella società in modo da focalizzarsi in una nuova forma di educazione, e dovrebbero avere le competenze, la fiducia e il tempo per insegnare ai figli cosa devono sapere per aver successo al giorno d’oggi.

Ma non lo sono e non vogliono. E da cittadino, non sono sicuro di voler credere che un centinaio di milioni di insegnanti amatoriali siano in grado di fare un lavoro fenomenale nel decidere il nostro futuro. Alcuni genitori (come i miei) erano semplicemente fenomenali a fare questa cosa, seri e concentrati e generosi mentre insegnavano senza sosta alle mie sorelle e a me come potevamo realizzare delle cose e come comportarci.

Ma non posso pensare a niente di più cinico ed egoista che dire ai ragazzini che non hanno vinto la lotteria per aggiudicarsi dei buoni genitori che hanno perso per sempre la partita. La società ha le risorse e le abilità (e quindi l’obbligo) per resettare le norme culturali e amplificarle attraverso l’insegnamento. Non penso che stiamo massimizzando ciò che possiamo avere quando trasformiamo l’educazione di ogni bambino in un progetto che si fa nelle case senza esperienza.

Possiamo amplificare la naturale inclinazione a sognare di tutti i bambini, possiamo inculcare la passione nella nuova generazione, e possiamo dare ai bambini gli strumenti per imparare sempre di più e sempre più veloce, in un modo che non si è mai visto prima.

E se i genitori vogliono guidare questa cosa (o anche aiutare, o semplicemente farsi da parte), sarebbe ancora meglio.